Filosofia
e storia del pensiero Scientifico
Belforte Editore libraio
Il
volume, a cura di O. Pompeo
Faracovi e F. Speranza, nasce in
seguito allinteressante convegno tenutosi a Livorno in occasione del
cinquantenario della morte di
Federigo Enriques.
Federigo Enriques, nato a Livorno nel 1871, stato uno dei pi grandi
matematici del novecento, esponente di punta della Scuola di Geometria
Algebrica Italiana, pietra miliare nello sviluppo della ricerca matematica del
novecento. stato il creatore
della moderna teoria delle superfici algebriche, attivissimo uomo di scienza,
ma anche grande filosofo e suscitatore di cultura .
Il
volume, attraverso il contributo dei vari autori, riesce ad evidenziare questo
secondo aspetto del matematico livornese, mostrando lenorme contributo, spesso
trascurato, dato alla filosofia, alla storia, alla pedagogia e a numerose
branche della matematica.
Leggendo
il libro emerge la figura di un uomo di
cultura daltri tempi , interessato non soltanto alla
propria attivit di ricerca, ma soprattutto al significato e al valore della
scienza. In particolare viene evidenziata la lucidit con cui egli ha saputo cogliere i pericoli insiti nel tentativo
di egemonia culturale portato avanti da Croce e Gentile e la sua capacit di
comprendere il danno culturale che pu derivare alla scienza dallisolamento.
In
un periodo storico, i primi del novecento, in cui cultura umanistica e scienza erano nettamente separate -secondo la concezione neoidealistica prevalente allora- il pensiero di
Enriques si fonda sulla centralit
dei rapporti scienza/filosofia e scienza/storia. Il suo non essere
filosofo professionale, la sua originalit e autonomia rispetto alle correnti
filosofiche prevalenti allepoca, hanno portato ad una mancata diffusione delle
sue idee.
Il
volume, spaziando tra i contatti di Enriques con le scuole filosofiche
straniere (specialmente quella francese), la ben nota polemica con Croce e gli
innumerevoli scritti, mostra vari ed interessanti aspetti della filosofia del
matematico livornese. In particolare la sua posizione -tra positivismo e
idealismo- difficilmente classificabile (fermamente avverso al neo-idealismo ma critico nei confronti del positivismo
classico); la sua significativa rielaborazione di matrice neokantiana; la sua
attenzione per la psicologia della conoscenza, in cui i caratteri del sapere
geometrico inteso come processo cognitivo- assumono rilevanza fondamentale.
Di
particolare rilievo e di grande attualit la posizione di Enriques sulla
storia della scienza, soprattutto in relazione agli aspetti didattici e di
divulgazione del sapere scientifico. Nel libro emerge la necessit del
matematico livornese di legare la scienza alle sue origini, di mostrarne il
divenire, cercando di evitare qualsiasi assetto statico, anticipando cos i
temi preferiti da K.Popper. Inoltre viene evidenziata limportanza di legare gli aspetti storici e filosofici alla
didattica e alla divulgazione della scienza.
Proprio
sulla questione didattica, in un periodo di trasformazione e di riassetto del
sistema di insegnamento superiore, il pensiero di Enriques risulta pi che mai
di rilevante attualit. Vale la pena citare le parole conclusive
dellintervento di Guido Torrigiani : chi si accinga a riflettere sul ruolo
che il pensiero matematico ha nel processo della conoscenza, sul rapporto fra
le varie esperienze empiriche e i
modelli che di esse fornisce la speculazione matematica, sui modi pi efficaci
di stimolare e di accompagnare il processo di acculturazione matematica, si
accorge presto di camminare su sentieri tracciati da Federigo Enriques.
Infine,
il volume risulta essere particolarmente interessante per alcuni aspetti, talvolta
inediti, della biografia del grande matematico livornese. In particolare il suo
modo di fare matematica, con vigore ed entusiasmo -seguendo interamente
lintuizione geometrica-, ed il rapporto
intenso con Albert Einstein. Concludiamo segnalando la lettera inedita,
pubblicata a fine libro, in cui evidente il tentativo di Enriques di far venire il fisico tedesco
allUniversit di Roma (tentativo in seguito stroncato da Mussolini con la frase: non abbiamo
bisogno di importare cervelli), splendido esempio della grande capacit di
Enriques di interpretare la scienza.
Marco
Franciosi
Dipartimento
di Matematica Applicata U.Dini
Universit
degli Studi di Pisa